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Piaggio presenta Kilo: il nuovo robot autonomo per l’aumento della produttività nelle fabbriche

Piaggio Fast Forward (PFF) svela in anteprima mondiale al Modex di Atlanta il pianale robotizzato che segue l’operatore e si muove in modo autonomo

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Piaggio Fast Forward ha presentato kilo, il nuovo robot autonomo progettato per aumentare la produttività nelle fabbriche. Svelato in anteprima mondiale al Modex di Atlanta, kilo è un pianale robotizzato hand free con una capacità di carico fino a 130kg, dotato di sensori e radar 4D.

La società del gruppo Piaggio, con sede a Boston, ha annunciato che questo innovativo strumento aiuterà ad agevolare e supportare le manovre degli operatori in vari poli produttivi sia in Italia che all’estero.

Kilo, progettato da Piaggio Fast Forward, rappresenta un passo avanti nel mondo della robotica e della mobilità autonoma. Dotato di tecnologia smart following, il robot è stato rivelato in anteprima mondiale al Modex di Atlanta, la principale fiera americana del settore supply chain. Si tratta di un pianale robotizzato hand free capace di seguire l’operatore, muoversi in totale autonomia e percorrere oltre 100 tracciati memorizzati grazie ai sensori ed agli imaging radar 4D sviluppati dalla stessa società. Kilo offre opzioni personalizzabili e rappresenta un innovativo strumento di lavoro in grado di migliorare la produttività in diversi settori che richiedono il movimento ripetitivo di merci, come ad esempio campus o impianti produttivi.

  • Piaggio sta lavorando alla riqualificazione e ammodernamento dello stabilimento produttivo di Mandello del Lario dove è prevista l’integrazione del robot kilo all’interno delle nuove linee produttive di Moto Guzzi per agevolare e supportare le manovre degli operatori.
  • Il nuovo robot sarà utilizzato anche negli altri poli produttivi del Gruppo in Italia, in India, Vietnam e Indonesia, rendendo la tecnologia autonoma di Piaggio un punto di riferimento internazionale.

 

Kilo rappresenta la prima applicazione del software comportamentale autonomo Travel on Known Paths di PFF, permettendo al robot di lavorare accanto alle persone e riducendo il rischio di lesioni. Questo piano robotizzato è altamente personalizzabile e completamente integrabile con i sistemi di produzione e logistica già esistenti nell’ambiente industriale.

Oltre alla produzione dei droni terrestri Gita e Gitamini, già commercializzati nel mercato statunitense, Piaggio Fast Forward sta sviluppando un insieme di sensori dedicati anche al mondo delle due ruote e ha fatto recentemente il suo debutto sulla nuova adventure bike Moto Guzzi Stelvio.  

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Scoperta un gigantesco vulcano su Marte

Una scoperta sconvolgente: sul pianeta rosso si cela un enorme vulcano che rivela nuove prospettive sull’evoluzione geologica di Marte.

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Scienza e tecnologia hanno fatto una nuova, incredibile scoperta nello spazio. Un gruppo di ricercatori ha annunciato la presenza di un gigantesco vulcano su Marte, con dimensioni colossali e una storia geologica rivelatrice. La scoperta è stata presentata alla 55° Conferenza di Scienze Planetarie e Lunari in Texas.

I dettagli di questa sorprendente scoperta portano ad analizzare il perché sia stato nascosto per così tanto tempo, le peculiarità della sua posizione e le possibili implicazioni sulla ricerca di vita passata o presente su Marte.

L’importante scoperta è stata riportata durante la 55esima Lunar and Planetary Science Conference tenutasi a The Woodlands, in Texas. Gli esperti hanno individuato un gigantesco vulcano nella parte orientale dell’equatore marziano, vicino all’area chiamata Noctis Labyrinthus (Labirinto della Notte) e i monumentali canyon della Valles Marineris. Il vulcano, dal nome provvisorio ‘Noctis’, supera gli 9 km di altitudine ed è esteso per circa 450 chilometri di larghezza.

La sua forma intricata lo rendeva quasi impercettibile nelle immagini raccolte dalle sonde spaziali orbitanti intorno al pianeta sin dal 1971. Tuttavia, dopo un’attenta analisi dei dati da sette missioni orbiter, gli scienziati sono incappati nei segni distintivi di un grande vulcano dai crateri crollati, dalle colate laviche e depositi minerali idratici, confermando l’impressionante succedersi degli eventi geologici su Marte.

Secondo Pascal Lee, responsabile dello studio, questo tipo di formazione vulcanica potrebbe avere avuto un ruolo chiave nell’interazione tra il calore proveniente dall’interno del pianeta e la presenza di ghiaccio sepolto vicino alla sua base. Opinioni discordanti sussistono sulla possibile attività vulcanica recente o sull’alterazione delle caratteristiche interne e della possibilità di conservare tracce di vita.

In sintesi, la scoperta del gigantesco vulcano ‘Noctis’ apre scenari interessanti per ulteriori studi scientifici sull’evoluzione passata di Marte e sulle eventuali risorse acquifere accessibili per future esplorazioni umane nel sistema solare.

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Varato l’AI Act: le regole intelligenti della Ue

Le norme al mondo per governare l’intelligenza artificiale: un principio cardine con sanzioni pesanti per chi non la rispetta.

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Il Parlamento europeo ha varato ieri l’AI Act, le prime regole al mondo create per governare l’intelligenza artificiale. Alla base c’è un principio cardine: le regole diventano più stringenti man mano che aumenta il rischio legato all’uso della tecnologia.

L’Europa è capace di fare solo regole? Bastano delle norme per far nascere start up e imprese capaci di competere nel mondo dell’hi-tech?

A chiedere regole sono stati i nuovi protagonisti dell’intelligenza artificiale, da Sam Altman creatore di Open Ai a Elon Musk, indicando i pericoli. L’esperienza di Internet brucia ancora. Non essere intervenuti con delle norme ha fatto sì che oggi il mercato del web sia dominato da pochi grandi big. Con questa nuova cornice legislativa, si individua un campo di gioco dove la competizione potrà essere onesta, leale ed equa. Un’esigenza sentita anche negli Stati Uniti, dove Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo sull’AI, e in Cina, dove Xi Jinping ha proposto un ‘Global AI Governance Initiative’.

Intanto a chiedere regole sono stati i nuovi protagonisti dell’intelligenza artificiale, da Sam Altman creatore di Open Ai a Elon Musk, indicando i pericoli. L’esperienza di Internet brucia ancora. Non essere intervenuti con delle norme ha fatto sì che oggi il mercato del web sia dominato da pochi grandi big. Con questa nuova cornice legislativa, si individua un campo di gioco dove la competizione potrà essere onesta, leale ed equa. Un’esigenza sentita anche negli Stati Uniti, dove Joe Biden ha emesso un ordine esecutivo sull’AI, e in Cina, dove Xi Jinping ha proposto un ‘Global AI Governance Initiative’.

La differenza tra Usa, Cina e Unione europea sta nel fatto che nelle 100 pagine e 20 mila parole dell’atto di Biden si dice che gli attori dell’AI hanno il dovere di informare l’amministrazione. Ma nessun obbligo. Quella europea invece una legge che arriva a prevedere sanzioni pesanti per chi non la rispetta.

L’Europa, area economica di mercato libero più grande al mondo, ha una sorta di responsabilità nel guidare i mercati. I precedenti regolamenti sul mondo digitale come GDPR, DSA e DMA sono studiati e utilizzati anche fuori dell’Unione. Le regole possono apparire fastidiose ma garantiscono il rispetto dei principi. Queste regole sostengono quello che è alla base dell’AI Act: le regole diventano più stringenti man mano che aumenta il rischio legato all’uso della tecnologia.

Per quanto riguarda il panorama italiano, è stata installata l’infrastruttura che sta già permettendo ad alcune aziende di offrire intelligenza artificiale di nuova generazione. L’Europa ha creato una rete continentale di supercomputer, garantendo quella capacità di calcolo necessaria per creare, testare e addestrare i programmi che sono alla base dell’intelligenza artificiale. La palla passa ora al governo e alle imprese.

Ecco quindi lanciato il piano GENAI4EU, un pacchetto di misure capaci di aggregare 4 miliardi di investimenti, senza finanziamenti a pioggia ma con uno scopo dichiarato: far nascere e sviluppare start up e imprese nel settore. Inoltre, sono previsti spazi di sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni reali (sandbox) a livello nazionale in modo che PMI e start-up possano sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli prima di immetterli sul mercato.

Idee importanti oltre ai limiti imposti dal nuovo atto includono l’aumento delle spese di compliance e il timore di doversi destreggiare tra procedure complesse e burocratiche. E molte parti dello stesso act entreranno in vigore solo nei prossimi mesi o anni, rendendo necessaria una certa pazienza e preparazione per tutte le società coinvolte.

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Squalo elefante: avvistato esemplare di otto metri nel Golfo di Trieste

Avvistato uno squalo elefante di otto metri nelle acque del Golfo di Trieste, eventi raro dopo il 2015.

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Uno straordinario evento ha catturato l’attenzione della comunità scientifica e degli appassionati di mare: un enorme squalo elefante è stato avvistato nel Golfo di Trieste. Si tratta di un esemplare lungo ben otto metri, non visto in queste acque dal 2015.

L’avvistamento è avvenuto tra Santa Croce e Marina di Aurisina ed è stata definita una notizia sorprendente per la biodiversità del Golfo. Gli esperti si sono detti entusiasti, poiché questo avvistamento dà segni di speranza per le specie marine sempre più minacciate in tutto il Mediterraneo.

Lo squalo elefante è considerato il secondo pesce vivente più grande al mondo dopo lo squalo balena. Si nutre principalmente di plancton e la sua presenza non rappresenta alcuna minaccia per gli esseri umani.

Nel Golfo di Trieste è stato avvistato uno squalo elefante di circa otto metri di lunghezza. L’esemplare è stato osservato tra Santa Croce e Marina di Aurisina, suscitando meraviglia e interesse nella comunità scientifica e negli amanti del mare. La splendida notizia è arrivata dall’Area Marina Protetta di Miramare, precisamente da Maurizio Spoto, direttore dell’Amp. Lo squalo elefante, noto anche come Cetorhinus maximus, non veniva avvistato nel Golfo di Trieste dal 2015, rendendo questo avvistamento un evento eccezionale.

L’avvistamento dello squalo elefante è stato accolto con grande entusiasmo dagli esperti della Riserva Marina di Miramare, che hanno definito questa scoperta come un segno positivo per la biodiversità del Golfo. Essi hanno evidenziato come sia un’ottima notizia per il territorio e per le sue acque, indicando segni di speranza per ridurre la minaccia a cui sono esposte le specie marine del Mediterraneo.

Questo gigantesco animale, denominato cetorino, è assolutamente innocuo per gli esseri umani. Le sue dimensioni impressionanti, con i suoi otto metri di lunghezza, potrebbero far pensare ad un pericolo imminente, ma ciò dista molto dalla realtà. Lo squalo elefante si nutre esclusivamente di plancton e in misura minore di piccoli pesci, dimostrandosi quindi totalmente inoffensivo.

Secondo quanto dichiarato dal direttore dell’Area Marina Protetta Maurizio Spoto, altri avvistamenti potrebbero verificarsi nei prossimi giorni, quando il mare sarà calmo. Questa insolita presenza potrebbe essere dovuta alla ricca presenza di nutrienti sul luogo, favorendo la migrazione di questi animali straordinari verso le coste adriatiche. Inoltre, questa scoperta potrebbe offrire informazioni importanti sui movimenti migratori dello squalo elefante, ancora poco conosciuti agli esperti.

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