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Israele – Hamas: le ultime notizie sulla guerra e l’accordo sugli ostaggi

Le ultime notizie sulla guerra tra Israele e Hamas, con aggiornamenti sull’accordo per il rilascio degli ostaggi e le trattative in corso. Netanyahu, Blinken e le condizioni di Hamas.

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Israele e Hamas sono ancora coinvolti in una guerra che dura da 122 giorni. Oltre 27.400 persone sono state uccise a Gaza, mentre in Israele ci sono stati 1.200 morti nell’attacco del 7 ottobre. Hamas ha proposto un piano di 135 giorni per una tregua, aprendo all’intesa sugli ostaggi. Nel frattempo, Israele ha trovato un tunnel a Khan Yunis, dove sono stati tenuti 12 ostaggi. Dopo l’incontro a Gerusalemme con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il segretario di Stato USA Antony Blinken ha riferito di aver discusso di ulteriori passi per portare aiuti necessari nella Striscia di Gaza.

Hamas ha formulato una proposta complessa nel quadro dei negoziati per una tregua con Israele, mentre l’Egitto ha annunciato nuovi colloqui per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza e liberare i prigionieri palestinesi e gli ostaggi israeliani. Gli attacchi israeliani sulla Siria centrale hanno ucciso almeno 10 persone, tra cui sei civili. Il segretario di Stato USA, Antony Blinken, ha dichiarato che la risposta di Hamas alla proposta di accordo con Israele appare generalmente positiva, ma ci sono ancora alcune questioni difficili da risolvere.

Israele non sembra disposto a fermare la guerra nella Striscia di Gaza, come richiesto da Hamas. Nel frattempo, la leadership israeliana valuterà la controproposta di Hamas per un cessate il fuoco e un possibile scambio tra ostaggi e detenuti palestinesi nelle carceri di Israele. La proposta di accordo di Hamas prevede un piano in tre fasi, con uno stop dei combattimenti di 135 giorni, ovvero quattro mesi e mezzo. Hamas chiede il divieto di ingresso degli ebrei alla Spianata delle moschee, la costruzione di decine di migliaia di prefabbricati nella Striscia, l’autorizzazione del ritorno degli sfollati palestinesi nel nord di Gaza e l’ingresso di 500 camion di aiuti al giorno oltre a combustibile e energia elettrica.

Israele, d’altra parte, ha dichiarato che molte delle proposte avanzate da Hamas per raggiungere una tregua e il rilascio degli ostaggi sono inaccettabili. Netanyahu ha convocato i leader politici e della sicurezza ad un incontro fuori orario per discutere la risposta di Hamas all’accordo sullo scambio di prigionieri. La guerra tra Israele e Hamas continua, con ulteriori negoziati e colloqui in corso per raggiungere una tregua e liberare gli ostaggi.

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Il caso Kate non fa riavvicinare William e Harry

I fratelli partecipano virtualmente a un evento in memoria di Lady Diana, ma senza incontrarsi.

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Si apre un nuovo capitolo nella storia controversa tra William e Harry. I due principi hanno preso parte ai ‘Diana Legacy Awards’, una cerimonia in memoria della principessa Diana, ma lo hanno fatto in modi e tempi diversi – svelando, ancora una volta, la profondità della loro frattura. La serata si è svolta al Museo della Scienza di Londra, con William presente di persona, mentre Harry si è collegato via video chiamata dalla sua casa in California, mostrando che neanche l’evento per l’amata madre riesce a far riavvicinare i due fratelli ormai sempre più distanti.

La tensione tra William e Harry continua ad essere al centro dei riflettori, soprattutto dopo le vicende riguardanti Kate Middleton e l’operazione all’addome subita dalla principessa. L’incontro presso il Science Museum di Londra ha visto William premiare giovani meritevoli e tenere un discorso commemorativo per il 25° anniversario del Diana Award, consegnando anche il Legacy Award, dedicato alla compianta principessa. Nel suo intervento, il principe William ha dichiarato: ‘Mi ha insegnato che ognuno ha il potenziale per restituire qualcosa; che tutti coloro che hanno bisogno meritano una mano nella vita.’ Ha poi fatto riferimento all’impegno umanitario proprio come fonte d’ispirazione da parte di lui e di Kate. Anche Meghan, dal venticinquennale della morte di Lady D, non sembra desiderare altro che generare nuove tensioni nel mondo reale britannico, annunciando sui social il lancio del suo brand di lifestyle di lusso, violando così gli accordi stipulati con la famiglia reale.

Verso sera è stato invece l’erede al trono a dar luogo all’intervento virtuale di Harry, che ha proclamato i vincitori direttamente dal suo salotto californiano, precisamente prima dello spezzone finale dell’intero evento, mettendo ancora una volta in evidenza la volontà dei due fratelli di evitarsi a qualunque costo, fino a non ritrovarsi nemmeno in remoto per celebrare l’amata figura materna.

Lamentandosi della situazione, è emerso dagli esperti che i Duchi di Sussex sarebbero intenzionalmente indignati dal comportamento di William, anche in seguito alle accuse contro quest’ultimo di aver causato problemi rispetto alle tempistiche degli eventi durante la serata. Se già il tumultuoso passato, contrassegnato dalle numerose divergenze pubbliche tra i due, aveva lasciato intendere uno spiraglio di riappacificazione, il recente incontro nei panni di soli membri virtuali ai ‘Diana Legacy Awards’ dimostra inequivocabilmente quanto sia cresciuta la distanza emotiva tra William e Harry.

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Donald Trump condannato a pagare 83 milioni di dollari alla scrittrice Jean Carroll

Trump giudicato colpevole: dovrà versare 83,3 milioni di dollari per diffamazione.

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La giuria del processo a New York ha stabilito che Donald Trump dovrà versare 83,3 milioni di dollari a E. Jean Carroll come risarcimento per danni. La causa per diffamazione è stata avviata in seguito ai commenti fatti dall’ex presidente nel 2019 nei confronti della donna, dopo che questa lo aveva denunciato per violenza sessuale avvenuta in un camerino di Bergdorf and Goodman a Manhattan negli anni ’90. I due verdetti riguardano i “danni punitivi”, per i quali è stato condannato a pagare 65 milioni di dollari, e i danni “compensatori”, legati allo stress emotivo e al danno alla reputazione provocato a E. Jean Carroll, quantificati in 18,3 milioni di dollari.

Una sentenza storica ha emesso una severa condanna all’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Il magnate immobiliare è stato ritenuto colpevole di diffamazione nei confronti della scrittrice E. Jean Carroll e dovrà pagare un incredibile risarcimento di 83,3 milioni di dollari.

L’accusa di diffamazione è scattata in seguito ai commenti devastanti fatti da Trump contro la donna nel 2019, dopo che Carroll l’aveva accusato pubblicamente di averla violentata nello spogliatoio di un grande magazzino a Manhattan negli anni ’90. Questa nuova decisione della giuria arriva dopo che l’ex presidente era già stato condannato in precedenza per abusi simili contro la stessa vittima nella primavera precedente.

Il verdetto emesso dalla giuria prevede due tipi di risarcimento a carico di Trump: i cosiddetti “danni punitivi” ammontano a 65 milioni di dollari e sono stati applicati come deterrente contro ulteriori azioni di diffamazione; i danni “compensatori”, relativi allo stress emotivo e al gravissimo danno alla reputazione causato a E. Jean Carroll, ammontano invece a 18,3 milioni di dollari.

Nonostante la richiesta iniziale della scrittrice fosse pari a 24 milioni di dollari, gli esperti incaricati si erano fermati a una valutazione di 12 milioni. Tuttavia, sia la giuria che il giudice hanno deciso di infliggere un risarcimento molto più severo, dimostrando grande comprensione e sostegno nei confronti della vittima. Si tratta quindi di una sentenza senza precedenti, tanto da destare grande scalpore anche tra gli osservatori esterni

Dopo il pronunciamento del verdetto, Donald Trump ha subito annunciato la sua intenzione di presentare appello, sostenendo di essere in completo disaccordo con entrambi i verdetti e definendo la decisione della giuria come assolutamente ridicola. Il tycoon ha accusato il presidente Biden di orchestrare una caccia alle streghe contro di lui e il Partito Repubblicano attraverso il sistema giudiziario, lamentandosi della presunta manipolazione politica delle istituzioni giuridiche.

La tensione nel corso del processo è palpabile sin dalle prime fasi dei dibattimenti. Trump stesso è stato minacciato di essere espulso dall’aula a causa del suo comportamento sopra le righe, mentre uno dei suoi avvocati è stato avvertito che sarebbe finito in prigione se avesse superato il tempo assegnatogli per la sua arringa difensiva.

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Primarie USA: Trump trionfa, Nikki Haley si ritira

Donald Trump sbanca il Super Tuesday e la sua rivale repubblicana Nikki Haley si ritira dalla corsa senza darle l’endorsement.

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Donald Trump conquista le primarie del Super Tuesday ed emerge come candidato favorito del Partito Repubblicano per le future elezioni negli Stati Uniti. Il suo successo quasi totale nelle primarie fa svanire anche l’ombra di rivalità interna all’interno del partito.

Nel frattempo, la sua avversaria repubblicana Nikki Haley annuncia il ritiro dalla corsa presidenziale, scegliendo tuttavia di non dare il suo sostegno a Donald Trump. Questo lascia aperta la possibilità che possa offrire il suo endorsement in futuro al candidato vincente.

Mentre Trump parla ai suoi sostenitori celebrando una vittoria ‘storica’, Biden si assicura un’amplissima vittoria sul fronte democratico nel corso del Super Tuesday, ma deve fare i conti con deboli risultati in alcuni territori esterni agli Stati Uniti che mettono in discussione alcune delle sue scelte politiche specifiche.

Donald Trump ha consolidato la sua posizione di candidato quasi certo del Partito Repubblicano alle elezioni Usa dopo aver dominato le primarie del Super Tuesday e la sua rivale Nikki Haley va verso il ritiro.

Mentre la folla intonava “Usa! Usa”, Trump ha detto che gli elettori gli hanno consegnato una “notte incredibile”. I risultati degli stati hanno dimostrato un ampio supporto della base repubblicana a Trump, evidenziando il suo ruolo centrale nella struttura del partito. Allo stesso tempo, Nikki Haley annuncerà che abbandona la competizione per la Casa Bianca, senza fornire ufficialmente l’endorsement a Trump, lasciandosi però la possibilità di farlo in futuro.

I voti del Super Tuesday segnano importanti traguardi sia per Trump che per Biden. In realtà non c’è stata suspense quando Biden ha ottenuto vittorie in tutte le primarie democratiche tenutesi martedì tranne che nel territorio del Pacifico meridionale di Samoa Americana, dove ha prevalso il poco conosciuto imprenditore Jason Palmer. Anche sulla scena democratica, l’appoggio a Biden è molto forte però qualche passaggio confuso della sua campagna mette la pulce nell’orecchio arriveranno conferme nei prossimi giorni.

In realtà le performance dominanti di entrambi nascondono profonde riserve tra l’elettorato e questo potrebbe preoccupare entrambe le parti riguardo alla reale forza dei loro candidati.

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